Il progressivo esaurimento dei combustibili fossili, di cui tutti noi abbiamo indiretta contezza, almeno quanto ci troviamo di fronte a bollette dell’energia elettrica sempre più salate, unitamente al drammatico peggioramento delle condizioni di salute del nostro pianeta, ha fatto sì che sempre più gente s’interessasse al fotovoltaico, un sistema di produzione dell’energia a basso costo che sfrutta le radiazioni solari e le trasforma in energia elettrica continua, pronta all’uso domestico.
Unico problema con cui da sempre l’industria del fotovoltaico è chiamata a confrontarsi è l’impatto, tutt’altro che innocuo, sull’ambiente esterno. I pannelli fotovoltaici, infatti, per quanto utili, non sono certo belli a vedersi, specie quando occupano immense distese in campagne prima verdissime ed incontaminate, o quando ricoprono le belle tegole rosse dei tetti dei centri storici. Per rispondere all’esigenza di conciliare l’utilità di questa irrinunciabile tecnologia energetica con la bellezza dei nostri paesaggi, specie di quelli urbani, sono nati i BIPT (Building integrated Photo Voltaics), impianti appositamente pensati per l’edilizia urbana che si mimetizzano con l’ambiente sostituendosi a talune componenti edili dell’edificio (pareti, tetti e infissi). Da qualche anno a questa parte, un successo incredibile, in questo senso, stanno riscuotendo i coppi, o tegole fotovoltaiche, strutture che riproducono in tutto e per tutto, nella forma, nei materiali e nei colori, le tradizionali tegole che siano avvezzi a vedere sui tetti degli edifici urbani, anche in quelli dei centri storici, e che, in realtà, fungono da supporti su cui incassare le celle fotovoltaiche in silicio. In tal modo l’elemento base attraverso cui viene operata la conversione della luce solare in energia elettrica viene integrato nella struttura architettonica divenendo, in qualche modo, una parte della tegola che lo riveste.
Il mercato offre oggi innumerevoli prodotti in grado di soddisfare ogni tipo di esigenza estetica, architettonica ed economica: dalle tegole alla canadese, adatte per le costruzioni più recenti, ai tradizionali coppi di cotto tanto diffusi nei centri storici, che con soli 18 m² di copertura (circa 250 tegole) consentono di produrre 1KWp di energia; ai nastri fotovoltaici, ad intera copertura delle terrazze sui tetti, laddove i vincoli architettonici del luogo, s’intende, ne consentano l’impiego.