Da sempre, l’uomo sfrutta la forza del vento per ottenerne un certo quantitativo di forza lavoro. Nell’antichità, com’è noto, le uniche applicazioni di una simile fonte energetica – l’energia eolica – attenevano alla navigazione a vela ed ai mulini a vento, impiegati, in special modo, nel pompaggio dell’acqua e nella triturazione dei cereali. In tali casi, a venire sfruttata era direttamente l’energia motrice prodotta dal vento. L’avanzare delle conoscenze scientifiche nei secoli a venire, tuttavia, ha consentito di mettere a punto tecniche sempre più raffinate, che consentono, oggi, di impiegare direttamente l’energia eolica nei processi di produzione dell’energia elettrica.
Il meccanismo di funzionamento è del tutto simile, all’apparenza, a quello utilizzato in passato nei mulini a vento. Le centrali eoliche, infatti, appaiono all’occhio quali enormi distese di pale bianche sospinte dal vento. La differenza, tuttavia, rispetto alle vecchie macine, o alle pompe a vento, consiste nel fatto che l’energia così sprigionata, lungi dall’essere direttamente sfruttata dall’uomo, viene convertita in energia elettrica mediante l’impiego di un apposito generatore.
L’impianto eolico, cui ci si suole genericamente riferire, nel linguaggio comune, con il nome di pala eolica – seppur, tecnicamente, la pala non ne sia che una parte, quella che poggia sulla torre e che ruota al passaggio del vento – può presentarsi in diverse taglie, a seconda del fabbisogno energetico da soddisfare: Esistono aerogeneratori di pochi centimetri d’altezza, impiegabili quali caricabatterie per computer, telefonini e piccoli utensili di uso quotidiano, e aerogeneratori alti 50 metri, dotati di due o tre pale di circa 20 metri ciascuna, capaci di generare tra i 500 ed i 600 Kw di potenza. Ciascun impianto è composto da un rotore, su cui sono installare le pale rotanti, in genere realizzate in fibra di vetro; un sistema frenante, per controllare la velocità di movimento; una torre che poggia su delle fondamenta interrate, a reggere l’intera struttura; il moltiplicatore di giri, per aumentare meccanicamente la velocità di rotazione; un generatore, al fine di trasformare l’energia meccanica in energia elettrica, ed un sistema di controllo, infine, per garantire l’esatto funzionamento dell’ingranaggio.