Da anni, ormai, grazie anche alle politiche incentivanti dei governi statali, sotto l’egida dell’Unione Europea, l’Europa sta sperimentando i vantaggi della tecnologia fotovoltaica. Si tratta di un sistema di produzione di energia elettrica continua che sfrutta le radiazioni emesse dal sole. I benefici sono di tutta evidenza, poiché non solo il sole è una risorsa tendenzialmente inesauribile, il ché fa presumere che un aumento dei prezzi del genere di quelli cui siamo ormai avvezzi nel mercato dei combustibili fossili, non si verificherà, ma, di più, si tratta d’una fonte d’energia pulita, poiché non implica processi di combustione e di conseguenza immissioni di nuove dosi di anidride carbonica nell’atmosfera.
Ma come funziona, esattamente, il meccanismo di conversione della luce solare in energia elettrica?
Il pannello, in pratica, recepisce il raggio e lo trasforma in energia elettrica grazie alla presenza di un materiale semiconduttore, in genere il silicio lavorato. Mediante un sistema di connessione elettrica, poi, l’energia prodotta è comunicata all’utenza finale perché ne faccia l’uso desiderato. La corrente prodotta dal pannello, tuttavia, è di tipo continuo, il che significa che essa non subisce mutazioni d’intensità e di direzione nel tempo. Per evitare dispersioni ed inutili sprechi di potenza sulla linea di distribuzione, pertanto, è necessario che l’energia continua sia trasformata in energia alternata da immettere nella rete. A tale fine gli impianti fotovoltaici sono dotati di uno speciale dispositivo, che prende il nome di inverter, e che non solo realizza la conversione dell’energia continua in alternata ma, di più, mediante particolari sistemi di controllo software e hardware, è in grado di estrarre dai pannelli la massima potenza disponibile quali che siano le condizioni meteorologiche del momento (si parla, a riguardo, di Maximum Power Point Tracker, MPPT).
A seconda del tipo di macchinario cui sono applicati, questi speciali apparecchi si distinguono in inverter per impianti connessi a rete, che hanno una struttura tecnologica molto complessa poiché devono garantire la costante comunicazione dei flussi d’energia in entrata ed in uscita alla rete elettrica; ed inverter per impianti isolati, più elementari nella composizione, che si distinguono, a loro volta, in inverter a onda quadrata, inverter ad onda sinusoidale e inverter ad onda sinusoidale modificata, a seconda del tipo di tecnologia impiegata, della capacità di rendimento e dei sistemi di protezione e di regolazione della tensione in uscita.