Il gradiente geotermico indica il cambiamento che subisce la temperatura aumentando la profondità al disotto della crosta terrestre. Si indica in gradi celsius ogni 100 metri di profondità.
Ad esempio, un gradiente geotermico di 0,03 ° C/m indica che ogni metro di discesa vi è un aumento di 0,03 ºC di temperatura.
Il gradiente geotermico ci dà un’idea della variazione del calore interno della Terra.
Il gradiente geotermico non è costante in quanto dipende dalle caratteristiche fisiche che presentano i diversi materiale in ogni punto all’interno del pianeta. Quindi tale indice ci dà un’idea delle condizioni geologiche locali, alcuni delle quali sono: il rapporto tra pressione e temperatura, la composizione chimica del terreno e le reazioni che si verificano al suo interno, nonché l’esistenza di materiale radioattivo o la presenza di moti convettivi come l’attrito…
Nella crosta il gradiente geotermico medio è di 30 °C/km, con un aumento di 1 ºC ogni 30 metri di discesa. I valori normali sono compresi tra 10 e 60 °C/km, ma sono stati misurati anche gradienti di 200 °C/km.
L’uso del gradiente geotermico come fonte di energia geotermica è una delle possibili soluzioni che sono state proposte per evitare la crisi energetica che si prevede avrà luogo per il possibile esaurimento di fonti deperibili come il petrolio o altri combustibili fossili. Il dibattito in questione infatti si basa su una teoria che prevede che la produzione del petrolio arriverà a un picco massimo e poi subirà un calo vertiginoso. Il problema sollevato da molti scienziati e petrolieri non è se ci sarà o meno un picco del petrolio, ma quando accadrà, poiché è evidente che il petrolio è una fonte non rinnovabile e arriverà il giorno in cui non ci sarà più modo di estrarlo. Motivo in più questo, per cercare di spostare al più presto e in misura sempre maggiore la produzione energetica verso fonti alternative e rinnovabili.