Quando si parla di energie alternative, ci s’intende riferire a quelle fonti di approvvigionamento energetico altre rispetto ai combustibili fossili – cosiddette fonti energetiche convenzionali. Il petrolio, il gas naturale, il carbone, la legna, da sempre rappresentano, infatti, il maggior bacino naturale da cui l’uomo ha attinto per soddisfare il proprio fabbisogno energetico. Si tratta, tuttavia, di risorse segnate una serie di problemi troppo a lungo trascurati: anzitutto, il dato è ormai noto, i combustibili fossili sono destinati ad esaurirsi nel tempo. Dette fonti energetiche, infatti, sono il risultato di processi di decomposizione e sedimentazione di sostanze organiche che possono richiedere anche millenni e la cui velocità di consumo è nettamente superiore a quella di produzione.
Da una simile circostanza deriva il progressivo incremento dei prezzi alla vendita delle materie prime , che si traduce, per il consumatore finale, nei continui rincari delle bollette di energia elettrica e gas di cui tutti noi facciamo continua esperienza. In secondo luogo, i processi di combustione necessari alla produzione di energia elettrica determinano il rilascio di anidride carbonica e sostanze nocive nell’atmosfera, con conseguenze devastanti per la salute del pianeta (si pensi al riscaldamento del globo, all’effetto serra, alle piogge acide, per citarne alcuni). Questa serie di considerazioni hanno spinto la comunità scientifica ed il mondo dell’industria a guardare con sempre maggiore interesse alle cosiddette energie alternative, fonti di approvvigionamento energetico che si contrappongono a quelle tradizionali proprio perché ben più economiche, in quanto tendenzialmente inesauribili e nella piena disponibilità di tutti, oltre che pulite ed innocue per il pianeta.
Si tratta dell’energia eolica, che sfrutta la forza del vento, di quella delle maree, dell’energia geotermica, che si avvale del calore accumulato in alcune zone profonde della crosta terrestre, della bioenergia, ricavata dalla trasformazione delle biomasse, sostanze di origine organica generalmente classificate quali scarti di produzione o rifiuti, dell’energia nucleare e di quella solare, infine, nella duplice accezione del solare termico, che sfrutta direttamente l’energia termica prodotta dalle radiazioni solari, e del fotovoltaico, che si avvale di speciali pannelli al silicio per trasformare la radiazione solare in energia elettrica.