Si tratta, al pari del fotovoltaico, d’una tecnologia per la produzione energetica fondata sull’impiego delle radiazioni solari. A differenza del fotovoltaico, tuttavia, il solare termico non opera mediante la conversione dell’energia solare in energia elettrica, limitandosi, piuttosto, a conseguire il semplice riscaldamento di un liquido o di un gas, detto fluido termovettore (acqua, in genere, ma non solo) da impiegare, in genere, negli impianti sanitari e di riscaldamento. Il sistema di produzione energetica, pertanto, è estremamente semplice e consta di lastre trasparenti, poggiate su lastre di vetro scuro, che catturano e filtrano le radiazioni – i pannelli solari, altrimenti noti come collettori – comunicandole, quindi, ad una fitta tubatura su cui circola il fluido da riscaldare. Per fare in modo che il fluido scaldato di giorno possa essere impiegato anche la notte, il sistema è dotato di un apposito serbatoio d’accumulo. Il passaggio del fluido dal collettore al serbatoio può avvenire in maniera naturale, per effetto dell’espansione che consegue al riscaldamento e che porta il fluido a risalire verso il serbatoio, o mediante l’impiego di un’apposita pompa. Si parlerà, nel primo caso, “d’impianti a circolazione naturale” e nel secondo “d’impianti a circolazione forzata”. Il fluido riscaldato dal collettore, può, poi, essere il medesimo fluido destinato al consumo finale, così come accade, ad esempio, in genere, per gli impianti di riscaldamento dell’acqua impiegati nelle residenze di villeggiatura, o negli stabilimenti balneari, nei campeggi, o per le piscine scoperte – si tratta d’impianti estremamente economici e che richiedono poca manutenzione; oppure può trattarsi di un fluido altro, destinato a restare in perpetua circolazione e a garantire il riscaldamento del fluido impiegato nell’utilizzazione finale mediante un apposito dispositivo detto scambiatore. Tale ultimo sistema, pur essendo, evidentemente più oneroso del primo, garantisce tuttavia una migliore resa in ogni stagione ed impedisce inutili dispersioni di calore.
Il ricorso all’energia solare termica, nell’ultimo decennio, ha registrato un incremento del 30%. Si tratta infatti, d’una soluzione ecologica ed estremamente economica che può portare, nell’arco di pochi anni, ad un abbattimento dei costi per la produzione di acqua calda a nucleo familiare di oltre il 60%, con punte che superano l’80% nelle zone dove la concentrazione delle radiazioni solari è più alta e continuata nel tempo.