Energia fotovoltaica

Energia fotovoltaicaLe origini etimologiche della parola fotovoltaico sono particolarmente eloquenti al fine di comprenderne il significato. Il termine, infatti, deriva dal greco phos, luce, associato a Volt, dal nome dall’uomo che per primo ebbe a studiare le proprietà dell’energia elettrica, Alessandro Volta, inventore della pila. Letteralmente, pertanto, l’energia fotovoltaica è l’energia che deriva dalla luce, la luce solare, nel particolare.

Sviluppatosi nell’ambito delle missioni spaziali intorno agli anni ‘50, il Fotovoltaico (FV) rappresenta oggi un modello di produzione energetica estremamente attenzionato tanto dalla ricerca  scientifica quanto dal mercato, poiché la fonte da cui promana, il sole, è tendenzialmente inesauribile, produce energia pulita e a basso costo.

Le prime osservazioni dell’effetto fotovoltaico, della produzione, vale a dire, di energia elettrica continua senza l’impiego di sostanze combustibili ed a partire dai soli raggi solari, si fanno risalire al 1839, ed in particolare agli studi sullo spettro solare del giovane fisico francese Alexandre Edmond Becquerel.

Il meccanismo opera attraverso un’insieme di celle fotovoltaiche aggregate in moduli, detti pannelli fotovoltaici, e composte da un materiale semiconduttore (in genere il silicio monocristallino) che ha la funzione di captare la radiazione solare e di trasformarla in energia elettrica. Mediante un sistema complesso di dispositivi elettrici detto BOS (Balance of System) l’energia elettrica così prodotta viene trasformata in energia alternata e comunicata all’utenza finale.

Com’è intuibile, l’energia  fotovoltaica rappresenta un’importante sfida nella ricerca di energie alternative. L’unico tipo di impatto sull’ambiente che essa determina, infatti, è l’occupazione di superficie, aspetto largamente risolvibile mediante la diffusione dei modelli  BIPV, o sistemi fotovoltaici architettonicamente integrati, impianti fotovoltaici,  talora anche di grandi dimensioni, installati sulle strutture esterne degli edifici (infissi, tetti, pareti) in modo da mimetizzarsi completamente con l’ambiente urbano. Per il resto, si consideri che il beneficio ambientale determinato dall’impiego del fotovoltaico è, e non può che essere, inversamente proporzionale alla quantità di anidride carbonica che verrebbe immessa nell’atmosfera se la medesima energia venisse prodotta attraverso combustibili fossili o altre fonti convenzionali. Un servizio di non poco conto, dunque, per la salute del pianeta, e non solo. L’immediato riscontro economico, infatti, sia in termini di risparmio sulle tariffe dei gestori, che in termini di guadagno, laddove si disponga di un impianto collegato alla rete elettrica capace di cedere il surplus energetico alla rete in cambio d’un corrispettivo, rendono il fotovoltaico una scelta sempre più apprezzata anche da parte di chi dell’ambiente non si è mai interessato troppo, ma delle proprie tasche sì.