Tutti noi sappiamo che l’energia solare costituisce, oggi, una prospettiva del tutto allettante in ragione dei numerosi benefici che essa è in grado di garantire. Anzitutto il sole è una risorsa pulita, il cui sfruttamento non determina l’immissione nell’atmosfera di sostanze nocive per l’ambiente. In secondo luogo si tratta di una risorsa ben più economica dei tradizionali combustibili fossili, il cui prezzo di vendita è fortemente influenzato dai delicati equilibri internazionali con il Medio Oriente, oltre che dall’inesorabile processo di esaurimento cui progressivamente queste risorse vanno incontro. Si aggiunga a ciò che numerosi governi nazionali hanno previsto misure incentivanti di vario genere, riconoscendo contributi e concrete prospettive di guadagno economico per chi abbandoni l’energia tradizionale a favore del solare. Fin qui tutto bene. L’utente finale, il consumatore, sa che un impianto solare può rappresentare un investimento vantaggioso ed eticamente corretto. Tuttavia lo scoglio finale è rappresentato, non di rado, dal costo iniziale necessario a sostenere l’investimento. Ecco, dunque, per i più industriosi, per gli incalliti appassionati del fai da te o per quanti, più semplicemente, non intendano rinunziare, in alcun modo, ad una simile, rilevante, prospettiva di risparmio, una soluzione da prendere seriamente in considerazione: il pannello solare fai da te. Su internet i tutorial per la costruzione di pannelli solari fai da te si moltiplicano di giorno in giorno. Segnaliamo uno dei più famosi e diffusi sulla rete, la costruzione del pannello Panda, che prende il nome dal parabrezza della Fiat Panda, impiegato dall’intraprendente inventore quale lastra per catturare le radiazioni solari.
Si tratta, in breve, di costruire un telaio ben robusto, di forma quadrata o rettangolare, usando delle assi di legno, su cui inserire le diverse componenti del pannello, tutte rigorosamente ottenute da materiali riciclati: il parabrezza della Panda, che, debitamente dipinto con vernice nera, servirà a captare e filtrare le radiazioni solari; uno strato di materiale isolante – la lana di vetro andrà più che bene -; un tubo di rame flessibile dal diametro 14×12 per fare da serpentina per la circolazione del fluido riscaldato; una lamiera, un fondo, ed una cassa di legno, per contenere il tutto. Una soluzione economica ed ecologica, pertanto. Ma attenzione, il procedimento di progettazione e costruzione è tutt’altro che semplice, per cui vi consigliamo di farvi assistere da chi abbia un minimo d’esperienza in imprese simili o di seguire, passo per passo, le istruzioni disponibili, anche in formato video, sul web.