Biomasse

BiomasseCon l’espressione biomassa (da bios, che in greco significa vita) si fa riferimento a quell’insieme di fonti energetiche immediatamente spendibili, di origine organica, animale o vegetale, in contrapposizione ai materiali che, pur impiegati al medesimo fine – si pensi al carbone, o al petrolio – sono tuttavia andati incontro a processi di fossilizzazione più o meno lunghi nel tempo.

Si tratta di residui agricoli e scarti agricoli (paglia e concimi), dell’industria saccarifera (canna da zucchero, barbabietole) o cerealicola  ma anche del taglio della legna di boschi e foreste, di reflui degli allevamenti, di rifiuti urbani solidi e di rifiuti domestici.

Si ritiene si tratti d’una fonte energetica pulita, poiché non immette nell’atmosfera una quantità di anidride carbonica superiore a quella già presente nella sostanza organica (ciò che si verifica è un semplice processo di accelerazione).

Le biomasse trovano ampio spazio, oggi, anche nei processi di produzione di energia per scopi domestici. Si ricorre, in special modo, alla c.d. biomassa forestale – si pensi al pellet e al cippato – sempre più impiegata nell’alimentazione di stufe, caldaie e termocamini per la produzione di acqua calda.

Dalla canna da zucchero, dalla barbabietola, dal mais, dal girasole e dalla colza si ricavano sostanze alcoliche (alcol etilico ed etanolo) ed oleaginose (biodiesel), combustibili che possono essere impiegati anche quali surrogati dei carburanti ordinari, con notevole risparmio di costi e a tutto beneficio della salute del pianeta. E ancora, i rifiuti organici vegetali ed animali, così come i tanto molesti rifiuti urbani, se adeguatamente sottoposti ad un processo di fermentazione anaerobica possono essere convertiti in biogas che, una volta depurato, può ben prestarsi alla produzione di energia elettrica.

Se in Italia l’impiego delle biomasse a livello sistematico continua a dividere fortemente opinione pubblica e mondo politico (pare infatti, che alla serie indubbia di benefici faccia da contraltare un concreto pericolo di inquinamento locale), non può non darsi conto, per contro, dei risultati estremamente incoraggianti che provengono dall’esperienza finlandese, dove la maggior parte degli scarti derivanti dalla lavorazione del legname viene reimpiegata nella produzione d’energia, e l’annoso problema  dello stoccaggio degli scarti nelle discariche convertito in un beneficio per tutto il paese.