Un campo fotovoltaico è formato da moltissimi moduli fotovoltaici collegati in parallelo tra loro e in serie, generalmente su una vasto appezzamento di terreno piano. Anche grandi tetti o parcheggi possono essere usati come campi fotovoltaici. La potenza prodotta è di almeno 1 Mw e l’estensione minima solitamente non scende sotto i 3 ettari. L’impatto ambientale di questi impianti è pressoché nullo perché non danneggiano l’ambiente, ne creano rumore alcuno. I campi fotovoltaici permettono una resa fotovoltaica ed elettrica sommamente maggiore.
I campi fotovoltaici italiani più convenienti sono al sud, dove l’irraggiamento solare è maggiore. Inoltre devono essere terreni senza vincoli paesaggistici, vicini a strade principali e a linee elettriche. I pannelli possono essere anche inclinati, generalmente di 30° per pannelli fissi.
Quando si collegano in serie vari moduli fotovoltaici si crea una stringa fotovoltaica che genera una tensione elettrica pari alla somma dei singoli moduli fotovoltaici. Per la creazione di un buon campo fotovoltaico è importante che non ci siano zone d’ombra che impediscano il flusso della corrente, in quanto anche solo una zona d’ombra parziale in mezzo ai moduli può creare l’interruzione del flusso di corrente del resto dei moduli.
In Spagna, a Casabermeja, è stato creato un campo fotovoltaico con 150 inseguitori solari distribuiti su una superficie di 26.000 metri quadrati.
Queste macchine, sviluppate dal Consiglio Superiore d’Investigazione Scientifica (CSIC), producono il 40% in più di energia elettrica all’anno (un guadagno di circa 5.000 euro all’anno), al costo di soli 3 € l’anno per la manutenzione.
Questi “girasoli elettrici” utilizzano un sistema idraulico invece dei soliti motori elettrici. Il sistema gestisce un totale di 10 unità di 35 metri quadrati ognuna, tutte le volte che entra in funzione. In termini ambientali l’impianto eviterà l’emissione di 430 tonnellate annue di anidride carbonica, 2.200 chili di anidride solforosa e 2.800 chili di ossidi di azoto.