Come rivela la stessa origine etimologica del termine, dal greco geos, terra, e thermos, calore, l’energia geotermica è quella specie d’energia che tare origine dal calore prodotto direttamente dalla crosta terrestre. Si suole ritenere, più nel dettaglio, che due siano le principali fonti dell’energia geotermica: l’acqua iuvenile prodotta dal magma vulcanico (la pressione elevatissima le consente di non evaporare nonostante l’alta temperatura) e dalle attività tettoniche, ed il vapore prodotto dal contatto dell’acqua con le rocce ignee che si trovano in forma di giacimento in determinate zone della terra, anch’esse originatesi da un qualche tipo di attività vulcanica (l’acqua viene introdotta nella roccia mediante piccoli fori all’uopo realizzati).
Il calore prodotto dall’energia geotermica viene quindi incanalato e trasformato in energia elettrica mediante l’impiego di un impianto appositamente dotato di sonde geotermiche e turbine per la conversione.
Si tratta d’una forma d’energia altamente economica e del tutto pulita (eccezion fatta per l’odore sgradevole, tanto che gl’impianti devono necessariamente essere collocati a distanza dai centri abitati), che ha registrato i massimi picchi di sfruttamento in Islanda – dove arriva a coprire addirittura l’85% del fabbisogno domestico complessivo dell’isola sfruttando l’elevato livello d’escursione termica tra le temperature ambientali al di sotto dello zero e l’acqua calda presente nel sottosuolo – ed in California – dove se ne produce una quantità sufficiente a riscaldare una città delle dimensioni di San Francisco.
Sebbene la prima centrale ad energia geotermica sia stata sperimentata su iniziativa del principe Piero Ginori Conti, nel 1904 in Italia, a Lardarello, in Toscana, ed il più grande complesso geotermico al mondo si trovi a Monte Amiata, con un potenziale di 1400 MW, l’Italia, tuttavia, si limita oggi a ricavare dal calore terrestre non più dell’1,5% del proprio fabbisogno energetico.
Così come accennato, l’unico disagio provocato da questa specie di sfruttamento energetico è legato all’odore sgradevole che promana dalle centrali, associato, se si vuole, all’impatto che questo genere di strutture ha comunque sul paesaggio. Nulla, a che vedere, dunque, a conti fatti, con gli effetti devastanti per il pianeta prodotti da altri generi d’impianti. Per una simile ragione l’Unione Europea negli ultimi anni ha rilanciato programmi volti allo sviluppo e all’implementazione della produzione di energia geotermica nel territorio degli Stati membri.