Il sole, il dato è notorio, rappresenta un’inesauribile fonte di produzione energetica. Al suo interno, infatti, complici le elevate temperature (diversi milioni di gradi centigradi), hanno incessantemente luogo reazioni termonucleari che sprigionano immense quantità di radiazioni elettromagnetiche, soltanto una parte delle quali, tuttavia, arriva ad attraversare l’atmosfera terrestre. Ebbene, basterebbe impiegare questa percentuale ridotta di radiazioni solari per superare di ben 15.000 volte l’attuale fabbisogno energetico del pianeta. E non solo l’energia proveniente dal sole è immensa e tendenzialmente inesauribile, ma, per di più, si tratta di un’energia pulita, non inquinante, va a dire, ed estremamente economica.
Lo sfruttamento dell’energia solare, infatti, non richiede il ricorso a combustibili fossili, risorse energetiche dette convenzionali per l’uso ordinario che ne fa, eppur responsabili dei continui innalzamenti del costo di gas e luce in ragione del tanto progressivo quanto inesorabile processo di esaurimento che le riguarda (oltre che d’inestimabili danni all’ambiente!).
Detto sfruttamento si basa, piuttosto, sull’applicazione di due distinte tecnologie: il solare termico ed il fotovoltaico. La prima delle due tecnologie ha raggiunto buoni livelli sperimentali ed operativi già da qualche decennio e si fonda su un sistema meccanico estremamente semplice: in pratica il calore emesso dalle radiazioni solari viene catturato mediante l’impiego di apposite lastre che ne impediscono la dispersione (i pannelli solari) ed impiegato al fine d’innalzare la temperatura dell’aria o, come più spesso accade, dell’acqua, o di altri fluidi contenuti in appositi serbatoi. Sebbene il ricorso al solare termico negli ultimi anni abbia subito un’implementazione di tutto rilievo, essendosene esteso l’impiego anche all’agricoltura e all’industria, tuttavia continuano a rappresentarne bacino preferenziale i sistemi di riscaldamento dell’acqua per fini domestici.
La seconda tecnologia, il fotovoltaico, si basa su un meccanismo un po’ più complesso, il che spiega perché, nonostante i primi esperimenti risalissero ai primi dell’800, essa abbia richiesto tempi di ricerca e sviluppo ben più lunghi del solare termico. Si tratta, in tale caso, di convertire l’energia che promana dalle radiazioni solari in energia elettrica, direttamente spendibile per qualsiasi fine domestico, industriale o agricolo, mediante il ricorso a speciali dispositivi (i pannelli fotovoltaici) costituiti in prevalenza da un materiale semiconduttore, in genere il silicio trattato.