Nel linguaggio comune, quando si parla di energia elettrica, ci si riferisce all’energia prodotta da una corrente elettrica, da un determinato flusso di cariche elettriche, vale a dire, che in un certo intervallo di tempo attraversa una data superficie. Detta specie d’energia si manifesta in natura, in una forma che non è immediatamente controllabile, non in maniera adeguata, per lo meno, e che pertanto non risulta passibile di sfruttamento da parte dell’uomo: le meravigliose scariche elettriche dei fulmini che tutti noi siano avvezzi ammirare, specie durante i temporali estivi. L’energia elettrica che trova impiego nelle nostre case e nelle attività produttive di qualsiasi genere, invece, è il risultato del processo di trasformazione di altre forme d’energia – l’energia chimica, quella meccanica, solare, termica, etc – mediante appositi dispositivi generalmente noti come generatori di corrente. Per quanto i primi studi sull’elettricità si facciano risalire, niente meno, che a Talete di Mileto (624 A.C.) e a Plinio il Vecchio (25 D.C.) gli esperimenti risolutivi ai fini dello sviluppo delle conoscenze scientifiche in materia di elettricità risalgono alla seconda metà del XVIII secolo, quando Alessandro Volta, riprendendo gli studi di Galvani sulle rane, in netta polemica con questi, intuì un nesso di causalità tra il contatto tra due distinti metalli e le contrazioni muscolari osservate sull’animale morto. I tessuti umidi e salati della rana, osservò Volta, costituivano un formidabile circuito per la circolazione dell’energia elettrica prodotta dal contatto tra i metalli. Sulla base di tali osservazioni, nel 1799 Volta inventò il primo dispositivo per la circolazione della corrente elettrica, una pila di dischi di metallo alternati da dischetti di cartone imbevuti di una soluzione salina, che fu diretta antesignana della pila elettrica e, che dal suo nome, appunto, fu battezzata pila voltaica.
Fu a Thomas Edison, un promettente inventore ed imprenditore statunitense, che dobbiamo una delle più importanti applicazioni delle scoperte di Volta, la lampadina ad incandescenza, impiegata per alimentare piccoli impianti a corrente continua alla fine dell’800, mentre risalgono ai primi del ‘900 le prime applicazioni della corrente alternata mediante l’uso di appositi dispositivi detti trasformatori.
Innumerevoli passi, com’è chiaro, sono stati fatti da allora, ed oggi, come accennato, la produzione di energia elettrica avviene su larga scala mediante un complesso processo di trasformazione di altre forme d’energia, specie meccanica e termica, di regola all’interno di grandi centrali idroelettriche, termoelettriche e nucleari, sebbene sempre maggiore considerazione vadano conquistando fonti di produzione alternativa quali le biomasse o l’energia solare.